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Lettera per Xenia
Valentino Pace

Xenia carissima, ci hai lasciato senza dirci nulla del male che ti avrebbe allontanato
per sempre da noi.

Non lo sospettammo, ne mia moglie Ursula ne io, tuoi carissimi
amici da oltre quarant’anni, quando venimmo a Mosca per il convegno e il festeggiamento
degli ottanta anni di Ol’ga Popova. Eppure questa tua assenza ci sorprendeva
perche, pur se per telefono l’avevi addebitata ai tuoi impegni, essa tuttavia
strideva con quanto ben conoscevamo del tuo carattere e della consueta vicinanza
affettuosa ai tuoi amici, come lo era Ol’ga, tua carissima compagna di studi all’Universita
di Mosca.
Certo, gli ultimi tempi, piu o meno gli ultimi dieci anni, eri stata sempre piu impegnata
a portare avanti il tuo progetto “Pavel Muratov”, fondando l’Associazione
con il suo nome, e soprattutto cercando i modi migliori per dare visibilita alla grandezza
del tuo prozio, al suo amore per l’Italia che tu condividevi in pieno.
Non so esattamente quando arrivasti a Roma, ma credo che sia stato nel 1974,
dopo esserti sposata qualche anno prima a Mosca con il pittore Franco Miele, attivo
nell’orbita dell’associazione di amicizia italo-sovietica, che avevi conosciuto in una
delle sue frequenti visite nella capitale sovietica. Nel 1971 ti eri laureata, discutendo
la tesi di dottorato (sull’architettura e l’arte gotica in Francia) di cui era stato relatore
Viktor Lazarev, e dopo di allora avevi cominciato a studiare il magnifico Bestiario
della Biblioteca pubblica di Leningrado. Quando decidesti di venire a vivere con
tuo marito a Roma (potendo finalmente espatriare con il tuo passaporto italiano) fu
proprio questo nuovo ambiente – la vita nella sua casa vicino a piazza del Parlamento,
i suoi ritmi di famiglia – che te ne allontanarono, perche insofferente ad esprimere
la ‘tua’ vita, come cosi tu stessa racconti: ≪… nella bellissima casa romana mi
sentivo presa per la gola. Mi sentivo in prigione, in una gabbia. Era una gabbia dorata,
nella quale il mio amatissimo e adoratissimmo principe mi aveva collocato
come un uccello esotico di strana bellezza. E guai a muoversi da sola! Ma tutte le
gabbie sono fatte per essere odiate, per abbandonarle, per romperle con tutte le
forze, per volare piu lontano, per non tornarci mai piu≫.1 Cosi avvenne che dopo
1 X. Muratova, Un ambasciatore della pittura russa in Italia, in Russie! Memoria mistificazione
immaginario. Arte russa del ’900 dalle collezioni Morgante e Sandretti, a cura di G. Barbieri e S.
poche settimane decidesti di andare proprio a vivere da sola, senza lasciare Roma che
ti aveva affascinata, affrontando con coraggio una vita non facile. Io non ne sapevo
nulla quando ti incontrai a Taranto nel settembre del 1975, al nostro primo convegno
frequentato insieme (ambedue da uditori-borsisti) sulla “Civilta rupestre medievale nel
mezzogiorno d’Italia” (sul quale poi scrivesti una breve nota nei ≪Cahiers de Civilisation
medievale≫ del 1976). Nella platea degli studiosi tu indiscutibilmente ti profilavi, con
il fascino della tua figura, i lunghi capelli biondi accuratamente pettinati, il sorriso illuminato
dai tuoi scintillanti occhi azzurri. Mi dicesti subito del tuo amore per il mare e
cosi, dopo aver sentito Cyril Mango, subito decidemmo di saltare una sessione e andare
a nuotare in una vicina baia! Sulla mia agendina del 1975 ho il tuo nome con due indirizzi:
uno presso la Calcografia Nazionale di Roma (che poco dopo sarebbe diventata
parte dell’Istituto Nazionale della Grafica, con sede in via della Stamperia) e un altro
≪c/o Grinberg, cours Francois 1er≫. Avevi trovato infatti ospitalita, alla meglio, nell’edificio
della Calcografia, diretta allora da Carlo Bertelli che nel grande palazzo della
Stamperia era riuscito a ricavare una stanza per ospiti, che in seguito avrebbe ospitato
per qualche giorno anche il celebre storico dell’arte tedesco Hanns Swarzenski, con la
sua non meno celebre moglie, l’attrice Brigitte Horney. A chiederti di trovarle un alloggio
era stata, mi ha detto Carlo stesso, Marie-Madeleine Gauthier, l’indimenticabile
studiosa di smalti, che tu dovevi aver conosciuta insieme con suo marito, Serge Gauthier,
allora Direttore della Manufacture nationale de Sevres, quando, come delegata
sovietica, responsabile del settore di “Ancien art russe”, partecipasti al vernissage della
mostra parigina organizzata dall’URSS per il cinquantenario della Rivoluzione, nel
1976. Immagino che quell’incarico ti fosse stato conferito non solo perche eri una delle
migliori alunne di Lazarev, e perche studiavi anche arte gotica francese – con te all’universita
frequentavano l’Istituto sia Ol’ga Popova, di due anni piu anziana, sia la bulgara
Elka Bakalova, appena piu giovane, tutte e due divenute in seguito professoresse ordinarie
nelle universita di Mosca e di Sofia –, ma anche, verosimilmente, per il prestigio
sociale di ambedue i tuoi genitori, Accademici delle scienze (tuo padre geologo, tua
madre paleontologa).2 Oltretutto avevi persino gia pubblicato su un’importante rivista
francese un breve articolo, esemplare per precisione descrittiva e metodologia, su due
sconosciute vetrate conservate nel Museo d’Arte di Kiev, ≪qui semblent appartenir a
l’art de l’est de la France pendant le premier tiers du XIIIe siecle≫.3 Quale ne sia stata
Burini, Crocetta del Montello 2010, pp. 199-201 (abstracts in inglese e russo: ivi, pp. 202-203).
Nelle note seguenti, ove non diversamente indicato, tutte le citazioni bibliografiche si intendono
riferite a scritti di Xenia Muratova.
2 Sul padre Xenia avrebbe scritto un intenso ricordo: Dumaja ob otce [Pensando a mio padre], in
M. V. Muratov – učenyj i pedagog. K 100-letiju so dnja roždenija [M. V. Muratov uomo di scienza
e pedagogo. Nel centenario della nascita], M. 2007, pp. 17-41.
3 Deux panneaux inconnus de vitraux francais du XIIIe siecle au musee de Kiev, ≪Revue de l’art≫,
10 (1970), pp. 63-65.
la ragione, questa occasione non solo ti aveva permesso il primo soggiorno a Parigi
e di vedere finalmente dal vero Notre-Dame, ma di certo fu essa che ti permise la
conoscenza di un personaggio influente e prestigioso della vita culturale parigina,
Lev Grinberg, emigrato russo, la cui galleria antiquaria “A la Vieille Russie” (oggi
ne resta solo la sede newyorkese sulla Fifth Avenue), era frequentata dalla piu alta
nobilta europea. Ma ancor piu importante era per te che ≪Mr. Grinberg≫, come
con noi (mia moglie Ursula ed io) lo hai sempre chiamato, fosse stato in stretti
rapporti di affari e di amicizia con il tuo prozio, Pavel Muratov, che era stato il
suo consigliere nell’acquisto delle icone russe.4 A darci un’idea del personaggio
ci basto la visita che Xenia volle che gli facessimo con lei al suo appartamento di
cours Francois 1er: in ascensore salimmo da lui con Serge Lifar, e al nostro arrivo
lui parlava al telefono con Mstislav Rostropovič, dunque davvero creme de la
creme della societa intellettuale e culturale parigina, cui in seguito ti avrebbe introdotto.
Il suo indirizzo nella mia agendina mi significa che, pur allora stando a
Roma, tu meditavi gia di trasferirti a Parigi, dove in qualche modo ti saresti potuta
appoggiare su di lui.
In Italia fosti identificata, dagli studiosi di miniatura e storia dell’arte in genere,
come ‘la studiosa dei bestiari’, divenendone principale punto di riferimento bibliografico,
anche in tutta Europa e altrove, condiviso in seguito con Jacqueline Leclercq.
Tranne alcuni di noi, che ti conobbero personalmente, pochi sapevano tuttavia
che in realta il tuo primo interesse, che avevi sviluppato nelle ricerche per la tesi di
dottorato, era ben piu vasto e oserei dire, gigantesco: l’arte gotica in Francia, intesa
nel piu vasto senso di riferimento alle sue cattedrali, ai loro protagonisti e al loro retroterra
ideologico e cristiano.5 Era stato, il tuo, un tema non privo di rischi perche
svolto nella principale universita dell’URSS, uno stato che dell’ateismo aveva fatto
uno dei suoi cardini, tanto che nella sua segnalazione bibliografica dell’avvenuta
pubblicazione, nel 1988, Boris Lossky non manco di notare che la censura sovietica
aveva persino soppresso la maiuscola per il nome di Dio, e la qualifica di ‘santo’
per chi come tale fosse stato riconosciuto dalla chiesa!6 Dalla tua tesi scaturirono
4 Su Grinberg e la cultura russa si veda quanto scritto da Xenia: L. A. Grinberg i ego vklad v russkuju
kul’turu [L. A. Grinberg e il suo contributo alla cultura russa], in Tvorčestvo Mišelja Vinavera:
meždu Franciej, Amerikoj i Rossiej. Meždunarodnaja naučnaja konferencija (Moskva 16-17 oktjabrja
2015 g.), M. 2017, pp. 150-167.
5 La tesi di dottorato, cui Xenia si dedico ancora negli anni successivi trascorsi in Europa, sarebbe
stata pubblicata diciassette anni dopo: Mastera francuzskoj gotiki XII-XIII vekov. Problemy teorii
i praktiki chudožestvennogo tvorčestva [I maestri dell’arte gotica francese dei secoli XII e XIII.
Problemi di teoria e prassi della creazione artistica], M. 1988.
6 B. Lossky, Xenia M. Muratova. ≪Mastera frantsouzskoi gotiki XII-XIII vekov – problemy teorii i
praktiki khoudojestvennogo tvortchestva≫ (compte-rendu), ≪Bulletin Monumental≫, 148 (1990),
2, pp. 217-218.
anche un paio di articoli di impianto storiografico, su cui saresti tornata piu a fondo
negli anni ’90.7
Ad avvicinarti al tema dei bestiari dovette essere la presenza di uno dei piu
splendidi codici cosi intitolato, conservato nella Biblioteca statale dell’allora
Leningrado, che piu volte frequentasti durante i tuoi studi. Era un’esperienza
visuale, dal vero, che ti ricompensava della frustrazione che certo dovevi avere
nello scrivere di quel magnifico mondo delle cattedrali che, con l’eccezione
della visita del 1976, non avevi mai visto! Ma fu forse proprio questa situazione,
che avrebbe sconsigliato chiunque a intraprendere un tale studio, che ti
indirizzo cosi fortemente al tuo modo di interpretare quel mondo con tanta intelligenza
sui testi, oltre che sulle immagini per te allora esclusivamente fotografiche.
Agli anni ’70 risalgono la pubblicazione, in Italia, dei tuoi primi studi su questi
codici, e, congiuntamente, le tue prime partecipazioni a convegni internazionali.
Il fatto che, andata via dalla Russia e giunta in Italia, i due primi tuoi articoli tu
li abbia pubblicati, nel 1976 e 1977, su due riviste italiane di alto prestigio segnalano
significativamente come ti sia subito imposta all’attenzione di studiosi
di vaglia per l’intelligenza dei tuoi scritti. Il tema di fondo di questi due articoli
e quello della Vocatio animalium, scena veterotestamentaria di cui sono coprotagonisti
Adamo e gli animali, cui egli ≪da il nome≫.8 Era un tema cui restasti
fedele negli anni, variandolo e arricchendolo con nuove osservazioni, che peraltro
sin dall’inizio affrontasti con un’invidiabile conoscenza dei testi patristici
e medievali in genere.9 Pur nella loro sinteticita e stupefacente la messe degli
esempi presi in considerazione per mostrare l’importanza delle diverse declinazioni
compositive (per esempio nella diversa messinscena di Adamo, ora seduto
ora in piedi, ora nudo ora vestito) viste in chiave di una diversa ‘mentalita’: si
vengono cosi a cogliere diversi retroterra spirituali, che coinvolgono sia testi di
Giovanni Damasceno, di Gregorio di Nissa, del concilio di Calcedonia, e poi di
Isidoro di Siviglia e di Scoto Eriugena, sia pure geografie che includono Bisanzio,
la Siria, l’Armenia, la Russia e il loro seguito slavo ed occidentale. Non
desti invece alle stampe un testo, cui avresti fatto riferimento in seguito, presentato
7 Russkie pisateli konca XVIII-pervoj poloviny XIX veka о zapadnoevropejskoj gotike [Gli scrittori
russi di fine XVIII-prima meta XIX secolo a proposito del gotico europeo occidentale], ≪Voprosy
russkoj literatury≫, I (1972), 19, pp. 45-53; L’image du gothique dans la litterature russe, ≪Romantisme
≫, IX (1979), 23, pp. 65-78.
8 L’ iconografia medievale e l’“ambiente” storico, ≪Storia dell’arte≫, 28 (1976), pp. 171-181;
“Adam donne leurs noms aux animaux”. L’iconographie de la scene dans l’art du Moyen Age:
les manuscrits des bestiaires enlumines du XIIe et XIIIe siecles, ≪Studi Medievali≫, XVIII (1977),
2, pp. 367-394.
9 Cf., ultimo in ordine cronologico, il saggio dedicato a Giordana Mariani Canova, infra, nota 64.
a un “Bestiary Symposium” organizzato dalla British Society of Antiquaries a
Londra del 1976.10 Fu per te importante perche per la prima volta apparivi sulla
scena internazionale dei cultori di questa categoria di scritti, fino ad allora largamente
disattesi dalla storia dell’arte, tanto che persino il tuo grande maestro,
Viktor Lazarev, cui avevi parlato dello splendido codice di Leningrado, ti aveva
detto in passato, come una volta mi riferisti, che i bestiari non lo incuriosivano!
Seguirono cosi negli anni, uno dopo l’altro, gli inviti ad altri convegni, in un clima
di studio a te facilitato dal provvidenziale e meritato supporto della Humboldt-Stiftung
fra il 1977 e il 1980, grazie al quale risiedesti a lungo a Monaco.
Invitata nel 1977 ad Amsterdam per il colloquio dell’Association Renardienne,
su “Epopee animale, fable et fabliau” vi discutesti in dettaglio l’interessante
caso di una committenza francescana, il Bestiario di Guillaume le
Clerc, oltretutto significativa anche per il tema della rivalita con l’Ordine benedettino,
esemplato fra l’altro dalla ‘curiosa’ miniatura di un frate francescano,
a piedi nudi, che frusta con delle verghe un monaco benedettino, evidentemente
peccatore!11 Nel 1978 fosti a Milano per il VI Congresso internazionale di studi
sull’alto medioevo, dove presentasti un antesignano dei bestiari, il Physiologus
italogreco dell’Ambrosiana, testimonianza fondamentale, insieme con il Physiologus
latino di Berna, dei ‘progenitori’ dei bestiari.12 Nel 1979 a Munster per
il “Third International Beast Epic, Fable and Fabliau Colloquium”, ti occupasti
di due bestiari, l’uno a Copenaghen l’altro a Oxford, sottolineandone fra l’altro
l’attenzione indirizzata al lettore dal committente, Philippe de Thaon, che vergo,
o fece vergare, su di essi sintetiche annotazioni a spiegazione dell’immagine
miniata.13 Nel 1981, a Evreux, partecipasti al IV Colloquio “Renardiano”, trattando
dell’origine e modelli dei bestiari;14 nell’ottobre dello stesso anno, a
10 Xenia ne spiego il motivo in The Decorated Manuscripts of the Bestiary of Philippe de Thaon (the
Ms. 3466 from the Royal Library in Copenhagen and the Ms. 249 in the Merton College Library,
Oxford) and the Problem of the Illustrations of the Medieval Poetical Bestiary, in Third International
Beast Epic, Fable and Fabliau Colloquium (Munster, 1979), Koln 1981, p. 217, nota 1.
11 Les miniatures du manuscrit Fr. 14969 de la Bibliotheque nationale de Paris (le Bestiaire de Guillaume
le Clerc) et la tradition iconographique franciscaine, ≪Marche romane≫, 28 (1978), pp.
141-148. Per la scenetta in questione, cf. p. 146. Sul quesito della committenza francescana dei
bestiari Xenia sarebbe tornata offrendo un piu ampio panorama di codici miniati nella relazione
del convegno di Rijeka del 2009, cf. infra e nota 54.
12 L’arte longobarda e il “Physiologus”, in Longobardi e Lombardia: aspetti di civilta longobarda.
Atti del 6° Congresso internazionale di studi sull’alto medioevo (Milano, 21-25 ottobre 1978),
Spoleto 1980, v. 2, pp. 547-558.
13 The Decorated Manuscripts of the Bestiary of Philippe de Thaon cit., pp. 217-246.
14 Problemes de l’origine et des sources des cycles d’illustrations des Manuscripts des Bestiaires, in
Epopee animale, fable, fabliau. Actes du IVe Colloque de la Societe international Renardienne
(Evreux 8-11 Septembre 1981), sous la dir. de G. Bianciotto et M. Salvat, Paris 1984, pp. 383-408.
Vienna, discutesti dei manoscritti italo-greci del XV e XVI secolo del Physiologus.
15
A un tema del tutto diverso, peraltro nella linea metodologica della tua tesi di dottorato,
ti dedicasti invece nel 1982, per il convegno della British School di Gerusalemme:
con attenta lettura delle fonti storiche ai fini della comprensione dei
monumenti e dei loro arredi, libri miniati compresi, ti indirizzasti alla testimonianza
delle Western chronicles sui monumenti e le statue di Gerusalemme, visti, descritti,
anche distrutti da parte dei Crociati, iniziando dalla gigantesca statua d’argento nella
moschea di Al-Aqsa, che Raoul di Caen ci scrive ≪fatta a pezzi e decapitata≫:16 un
tragico anticipo di quel che sarebbe avvenuto per mano dei talebani dei Buddha di
Bamiyan nel 2001. Quel convegno fu occasione, per te e per me (che ne avevo formulato
l’idea due anni prima discutendone con John Wilkinson) di conoscere o ritrovare
colleghi e amici, con i quali ci saremmo ancora piu volte incontrati o
saremmo almeno rimasti in stretto contatto: in primo luogo Zehava Jacobi, ma anche
Helmut Buschhausen, Jerry Folda, Annemarie Weyl Carr e altri. Fu forse li, per me,
la prima occasione concreta e tangibile di apprezzare e ammirare la tua conoscenza
del mondo medievale: a Nazareth, ad Abu Gosh, a Betlemme, sulla Spianata del
Tempio, ti accorgevi di quanto gli occhi, il cervello e la tua memoria percepissero e
sviluppassero questioni essenziali delle opere d’arte, senza ingabbiarle negli steccati
del ‘bizantino’, ‘romanico’ e ‘gotico’, mai inaridendole in caselle e sempre sentendone
e ammirandone la bellezza. Al convegno di Gerusalemme partecipasti associando
il tuo nome all’universita parigina di Nanterre, dove iniziasti a entrare nel
mondo accademico, grazie a incarichi temporanei d’insegnamento.
L’anno seguente, era il 1983, ci incontrammo di nuovo a un convegno, anzi, al
‘megaconvegno’ (con circa cento partecipanti!!), organizzato da Xavier Barral i Altet
all’Universita di Rennes (Tav. 21). Vi partecipasti con due relazioni, la prima delle
quali si rivolgeva all’Image sociale et litteraire de l’artiste au Moyen Age, come
dice il sottotitolo del tuo saggio, pubblicato negli Atti del 1986.17
15 La production des manuscrits du Physiologue grecs enlumines en Italie aux XVe-XVIe siecles et
leur place dans l’histoire de la tradition de l’illustration du Physiologue, in XVI. Internationaler
Byzantinistenkongress. Akten, II.6 Teil (Wien, Oktober 1981), ≪Jahrbuch der Osterreichischen Byzantinistik
≫, 32 (1982), 6, pp. 327-340.
16 Western Chronicles of the First Crusade as Sources for the History of Art in the Holy Land, in
Crusader Art in the Twelfth Century, ed. by J. Folda. Oxford 1982, pp. 47-70.
17 Vir quidem fallax et falsidicus, sed artifex praelectus. Remarques sur l’image sociale et litteraire
de l’artiste au Moyen Age, in Artistes, artisans et production artistique au Moyen Age, Colloque
international (Centre National de la Recherche Scientifique, Universite de Rennes II, Haute-Bretagne,
2-6 mai 1983), v. 1, Les hommes, Paris 1986, pp. 53-72. Per alcuni aspetti inerenti al Rinascimento
cf. Imitatio Naturae. L’idee de l’imitation de la nature et ses modifications dans l’art
et la pensėe, du Moyen Age a la Renaissance, in Litterature de la Renaissance, Budapest 1978,
pp. 181-214.
E in questa sede che tu potesti ben utilizzare l’ampiezza delle tue conoscenze e
curiosita: con citazioni di retori e poeti latini, dalla Patrologia e da quel compendio
prezioso degli Schriftquellen magnificamente catalogati da Otto Lehmann-Brockhaus,
fino a giungere persino a Diderot, Balzac, Flaubert e Proust! Nella seconda
relazione ti dedicasti invece al caso della serialita dei manoscritti inglesi dei bestiari
di fine XII secolo, cui segui un’avvincente, a tratti spigolosa discussione per
gli interventi di Peter Klein e di Otto Karl Werckmeister, oltre che, con toni piu
pacati, di Ernst Kitzinger, di Christian de Merindol e di Denis Muzerelle.18 Me la
ricordo bene perche proprio io ero il presidente di questa seance! E mi ricordo
pure della gita a Mont Saint-Michel, insieme con Hans Belting e Anne-Marie Bonnet,
quando fuggimmo da una giornata di relazioni, per visitare quell’insigne luogo
medievale.
A Rennes eri intervenuta meno di un mese dopo aver partecipato a un altro importante
convegno, quello spoletino dedicato al tema “L’uomo di fronte al mondo
animale nell’alto medioevo” (1983).19 Per questa occasione mettevi di nuovo a fuoco
i bestiari miniati inglesi, ma qui su un arco cronologico piu esteso di quanto fatto in
precedenza, fino al XIV secolo, insistendo, come avresti poi fatto a Rennes, sulle
ragioni dei loro legami con una committenza ‘alta’ legata ai vescovi di Lincoln e
York a loro volta in stretto legame con la corte al tempo di Enrico II, Riccardo I e
Giovanni Senzaterra. Proprio lo Yorkshire ti forniva d’altronde materia per discutere
l’attenzione alle bestie sugli spazi monumentali delle chiese, in particolare alla chiesa
di Saint-Mary a Alne e al suo portale (sul quale saresti ritornata piu volte) scolpito
a meta del XII secolo.20
Gli anni ’80 furono per te particolarmente importanti per la pubblicazione dell’apparato
critico di due fra i piu splendidi bestiari: quello, gia ricordato, di Leningrado (dalla
cui consultazione al margine degli studi per la tesi nelle giornate trascorse nella Biblioteca
Saltykov-Ščedrin erano nati il tuo interesse e la tua volonta a volerlo studiare)21 e
18 Les Manuscrits-freres: un aspect particulier de la production des bestiaires enlumines en Angleterre
a la fin du XIIe siecle, in Artistes, artisans et production artistique au Moyen Age. Colloque
international (Centre national de la recherche scientifique, Universite de Rennes II, Haute-Bretagne,
2-6 mai 1983), sous la dir. de X. Barral i Altet, Paris 1990, pp. 69-92.
19 I manoscritti miniati del Bestiario medievale: origine, formazione e sviluppo dei cicli di illustrazione.
I bestiari miniati in Inghilterra nei secoli XII-XIV, in Settimane di studio del Centro italiano
di studi sull’alto medioevo. XXXI. L’uomo di fronte al mondo animale nell’alto medioevo (Spoleto,
aprile 1983), Spoleto 1985, pp. 1319-1372.
20 Les cycles des Bestiaires dans le decor sculpte des eglises du XIIe siecle dans le Yorkshire, et leur
relation avec les manuscrits des Bestiaires enlumines, in Atti del V Colloquio della International
Beast Epic, Fable and Fabliau Society (Torino-Saint-Vincent, 5-9 settembre 1983), Alessandria
1987, pp. 337-354.
21 Srednevekovyj bestiarij = The Medieval Bestiary, text and commentaries by X. Muratova, transl.
by I. Kitrosskaya, M. 1984.
quello di Oxford, Ashmole 1511.22 Nel 1984 ebbe poi luogo la conferenza londinese in
occasione della mostra sulla “English Romanesque Art”, dove ti concentrasti sul tuo
tema favorito della committenza dei bestiari, aprendo lo sguardo sul fenomeno cruciale
dei ≪cultural contacts between Englishmen and Rome, south Italy and Sicily, of journeys
by English clerics and scholars to the courts of King Roger and of William I and William
II of Sicily…≫.23 Era, questo, un tema che suscito il mio personale interesse, avendo
negli anni ’70 dedicato la mia attenzione ai codici miniati siciliani e, in particolare, proprio
alla questione delle componenti inglesi nella miniatura siciliana. Un paio di anni
dopo, nel 1986, con la relazione al XXVI Congresso internazionale di storia dell’arte
di Washington, fosti in grado di inserire un nuovo tassello nella tua costruzione dell’ampio
quadro delle relazioni artistiche fra l’Inghilterra e l’Italia, discutendo la scultura
della cattedrale di Exeter e dei suoi modelli italiani, alla luce del ruolo svolto dal vescovo
John de Grandisson.24
Intorno alla meta di questo decennio dovevi anche essere riuscita ad entrare stabilmente
nell’organico accademico delle universita francesi, poiche qualche tempo
dopo il convegno di Rennes fosti chiamata ad affiancare il suo ordinario di storia
dell’arte medievale, Xavier Barral i Altet, dal 1987 divenendo anche tu professoressa
ordinaria di questa disciplina.
Nei primi anni ’90 si verificarono due occasioni che mi diedero modo di chiederti
la tua partecipazione: nel primo caso fu il convegno che potei organizzare nel 1991
su Santa Maria di Anglona, grazie al generoso impegno finanziario voluto dal rettore
dell’Universita lucana di Potenza, il professor Cosimo Damiano Fonseca; in quella
chiesa della Basilicata, non lontana dalla piu celebre Metaponto resta infatti, pur
mutilo, un ampio ciclo veterotestamentario di inizio XIII secolo, tale da poter suscitare
il tuo interesse di studiosa che si era gia cimentata negli anni ’70 sulle scene
della Creazione nel contesto della Vocatio animalium. Tu intervenisti infatti discutendo
le modalita rappresentative della figura di Eva, dei personaggi femminili della
famiglia di Noe e, non meno importante, dell’iconografia della Trinita, tema a te caro
per gli sviluppi avuti nell’arte bizantina e cristiano-orientale.25 In quell’occasione
22 Le bestiaire. Texte integral traduit en français moderne par M.-F. Dupuis et S. Louis; reproduction
en fac-simile des miniatures du manuscrit du Bestiaire Ashmole 1511 de la Bodleian Library d’Oxford,
presentation et commentaires de X. Muratova et D. Poirion, Paris 1988.
23 Bestiaries: an Aspect of Medieval Patronage, in Art and Patronage in the English Romanesque,
ed. by S. Macready and F. H. Thompson, London 1986, pp. 118-144. Cf. anche la recensione di
X. Muratova alla mostra in ≪Arte medievale≫, II serie, a. IV (1990) 1, pp. 181-191.
24 Exeter and Italy: Assimilation and Adaptation of a Style; the Question of Italian Trecento Sources
in the Sculptured Front of Exeter Cathedral (fourteenth century), in World art: Themes of Unity
in Diversity. Acts of the XXVIth International Congress of the History of Art, ed. by I. Lavin, University
Park (Pa) 1989, v. 1, pp. 117-124.
25 Su alcune particolarita iconografiche del ciclo veterotestamentario della chiesa di Santa Maria
non ti facesti nemmeno sfuggire l’opportunita di dare uno sguardo alle tue amate
‘bestie’, vista la presenza di enigmatiche tavolette di argilla, fra le quali una con il
tema del ‘cervo con serpente in bocca’, nel cui modello suggeristi, al di la dell’eredita
antica e medievale, il segno di una circolazione mediterranea che svaria dal Fisiologo
italogreco dell’Ambrosiana a terrecotte islamiche.26 In continuita di interessi sulle
modalita rappresentative dei diversi episodi iniziali del Vecchio Testamento, oltre
che sull’asse di un’indiscutibile permeabilita di esperienze visive fra i cicli da te discussi,
ti saresti in seguito ancora interessata alla scelte e modalita figurative di tematica
veterotestamentaria a Palermo e a Monreale (2004 e 2010).27
L’altra occasione fu quella del libro sul Gotico europeo (curato da Martina Bagnoli
e da me), dove trattasti la questione storiografica della ≪Maniera [che] fu trovata dai
Goti≫.28 Mi piace ricordare, al margine, come una decina di anni dopo avresti accettato
ancora una volta di collaborare a un mio progetto editoriale, sul tema del Giudizio
universale, scrivendo di due edifici per cosi dire agli antipodi: le cattedrali di
St. Lazare a Autun e di S. Demetrio a Vladimir.29
D’altronde nel 2003 al dizionario di iconografia occidentale pubblicato dalla tua
universita di Rennes, a cura di Xavier, avresti contribuito con dieci ‘voci’ di svariatissimo
soggetto, su Sens, sulla Cathedrale e, fra gli altri, su alcuni protagonisti della
storiografia artistica novecentesca come Andre Grabar e Nikodim Kondakov, offrendoti
una prima occasione per confrontarti con la storiografia artistica russa, nella
quale ti saresti poi immersa negli anni a venire.30
di Anglona, in Santa Maria di Anglona. Atti del convegno internazionale di studio promosso dall’Universita
degli Studi della Basilicata in occasione del decennale della sua istituzione (Potenza-
Anglona, 13-15 giugno 1991), a cura di C. D. Fonseca e V. Pace, Galatina-Lavello 1996, pp.
125-134.
26 Sulle piastrelle in terracotta della chiesa di Anglona, ivi, pp. 119-120.
27 Il tema della Creazione nell’arte e nel pensiero tra l’XI e il XIII secolo: indagini sull’iconografia
del Creatore dopo lo Scisma, ≪Acta ad archaeologiam et artium historiam pertinentia≫, XVIII
(2004), pp. 255-274; Le scene della creazione nei mosaici siciliani e gli studi della natura del XII
secolo: problemi dell’interpretazione iconografica, ≪Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana
≫, 38 (2007/2008), Munchen 2010, pp. 9-24.
28 Questa maniera fu trovata dai Goti, in Il Gotico europeo in Italia, ed. V. Pace e M. Bagnoli, Napoli
1994, pp. 23-56.
29 Gli affreschi della cattedrale di San Demetrio a Vladimir, in Alfa e omega. Il giudizio universale
tra Oriente e Occidente, a cura di V. Pace, Castel Bolognese 2006, pp. 85-89 (ed. francese: Les
fresques de la cathedrale de Saint-Demetrius a Vladimir, in Le Jugement dernier entre Orient et
Occident, sous la dir. de V. Pace, Paris 2007); Il timpano della cattedrale di Saint-Lazare a Autun,
in Alfa e omega cit., pp. 102-105 (ed. francese: Le tympan de la cathedrale Saint-Lazare a Autun,
in Le Jugement dernier cit.).
30 Questi i titoli delle voci, nel Dictionnaire critique d’iconographie occidentale, sous la dir. de X.
Barral i Altet, Rennes 2003: Antechrist, Cosmos, Creation, Grabar Andre, Idole, Kondakoff, Nikodim
Pavlovitch, Livre, Sens, Temple/cathedrale, Temps.
Se, leggendo i tuoi scritti, si avverte subito quanto tu abbia sondato e utilizzato
l’enciclopedismo medievale, non di rado ci si accorge anche quanto ti sia pure divertita
a seguire favole e miti di quella cultura. Cosi avviene con i capitelli dal distrutto
coro romanico della cattedrale di Nantes (a cui certo ti avvicinasti per il tuo
insegnamento nella vicina Rennes).31 Dovesti rimanere affascinata dal quinto capitello,
con la sua strana creatura macrocefala con quattro occhi, enormi baffi trasversali
e barba lunga fino alla vita, che identificasti con un ≪Aethiops maritimus≫ sulla
scorta di una tradizione di creature mitiche che il medioevo ha ereditato dall’antichita
e che ti ha offerto il destro di citare la vicenda delle Merveilles de l’orient (le Marvels
of the East di Rudolph Wittkower) che attraverso la mediazione di Isidoro di Siviglia
e Rabano Mauro rimontano a Plinio, a Solino, a Eliano e, in ultima istanza, a Ctesia
di Cnido nel lontanissimo V secolo a.C. Ma prevalente e pur sempre rimasta la tua
attenzione sui manoscritti miniati del bestiari, di cui hai analizzato, come fossero
un diamante, tutte le sfaccettature determinate dalle diverse questioni, oltre che dalle
diverse situazioni delle loro aree geocronologiche. Ecco dunque che gli anni ’80 e
’90 discuti i ‘metodi di bottega’ nella loro produzione,32 le loro radici figurative nei
modelli antichi, pagani o cristiani,33 la questione della trasmissione binaria di testo
e immagine,34 la loro fortuna postmedievale,35 la trasversalita dei loro rapporti con
i Physiologi bizantini.36 Ve n’e anche uno che puo addirittura incuriosire il lettore
per una sorta di contraddizione in termini nel suo titolo, come quello letto e poi pubblicato
negli atti del convegno di Cerisy-la-Salle del 1995, “Le bestiaire medieval et
la culture normande”.37 Ci si potrebbe infatti lecitamente chiedere come si concilino
31 Les chapiteaux de la cathedrale de Nantes: “Maritimi Aethiopes” et autres merveilles de la nature,
in Arts de l’Ouest: La sculpture dans l’Ouest de l’age du fer a nos jours, sous la dir. de D. Delouche,
Rennes 1993, pp. 92-117.
32 Workshop Methods in English Late Twelfth-Century Illumination and the Production of Luxury
Bestiaries, in Beasts and Birds of the Middle Ages: The Bestiary and its Legacy, ed. by W. B.
Clark and M. T. McMunn, Philadelphia 1989, pp. 53-68.
33 Sources classiques et paleochretiennes des illustrations des manuscrits des Bestiaires, in ≪Bulletin
de la Societe Nationale des Antiquaires de France≫, (1993), pp. 29-50.
34 Aspects de la transmission textuelle et picturale des manuscrits des bestiaires anglais a la fin du
XIIe et au debut du XIIIe siecle, in Comprendre et maitriser la nature au Moyen age: Melanges d’histoire
des sciences offerts a G. Beaujouan, sous la dir. de D. Jacquart, Geneve 1994, pp. 579-605.
35 La fortune des bestiaires au XVIe siecle: une serie inconnue de tapisseries flamandes, in Les animaux
dans la litterature. Actes du Colloque de Tokyo de la Societe Internationale Renardienne du
22 au 24 juillet 1996 a l’universite Keio, ed. by H. Matsubara et alii, Tokyo 1997, pp. 201-237.
36 Vizantijskaja tradicija illjuminirovannych rukopisej “Fiziologa” i ee svjazi s zapadnymi ciklami
illjustracij “Fiziologa” i bestiariev [La tradizione bizantina dei manoscritti miniati del “Fisiologo”
e i suoi rapporti con i cicli occidentali delle illustrazioni del “Fisiologo” e dei bestiari], in Chrizograf,
v. 3, Srednevekovye knižnye centry: mestnye tradicii i mežregional’nye svjazi. Trudy meždunarodnoj
naučnoj konferencii (Мoskva, 5-7 sentjabrja 2005 g.), M. 2009, pp. 425-444.
37 Le Bestiaire medieval et la culture normande, in Manuscrits et enluminures dans le monde
i due termini, poiche non si conoscono bestiari miniati in Normandia! Ma tu sapesti
in questo caso svilupparne un saggio che vorrei qualificare di pirotecnica intelligenza,
perche inizia proprio con l’asserto esplicito che manca un ≪temoignage direct
sur la production de bestiaires enlumines en Normandie≫, malgrado le strette relazioni
fra di essa e l’Inghilterra. E cosi che, dopo averci informato delle rade menzioni
di manoscritti su questo tema nelle biblioteche normanne, sviluppasti un’indagine
sulle relazioni figurative fra la miniatura di questa terra e dell’isola, sulla base di
iniziali miniate.
Ai convegni hai sempre partecipato con grande piacere sia per esporre quanto di
pertinenza tu ritenessi opportuno presentare alla discussione con i colleghi, sia pure
(e, oserei dire, soprattutto) per la gioia che ti dava il ritrovarti fra amici, conversare
con loro ed anche gustare il piacere della tavola. Al convegno di Anglona lo si era
visto, sia in primissimo luogo per l’atmosfera dei paesaggi e del clima del Sud che
tu molto amavi, sia pure per la presenza di amici e conoscenze di lunga durata e di
stretta convergenza di interessi di studio, come Engelina Smirnova da Mosca, Herbert
Kessler da Baltimora, Cornelius Claussen da Zurigo, Rainer Stichel da Munster,
o la ‘romana’ Vera von Falkenhausen. Dal 1999 al 2010 fosti presenza fissa nei convegni
di Parma, dove Arturo Carlo Quintavalle seppe organizzare e dirigere magistralmente
un ciclo di ben quattordici convegni (tu fosti assente solo al primo e
all’ultimo), in un’atmosfera che al rigore scientifico della quotidianita nella sala dei
convegni si appaiavano le piacevoli serate conviviali al ristorante.
Si puo ben dire che fu li che consolidasti definitivamente l’importanza del tuo
ruolo ‘anche’ nell’ambito accademico italiano, sulla cui scena editoriale di piu ampia
visibilita apparisti in quegli anni, invitata da Enrico Castelnuovo, con la pubblicazione
dei due volumi sui secoli X-XII nella collana di Storia universale dell’arte,
del 2002 e del 2005,38 oltre che con la partecipazione di tuoi saggi a due dei quattro
volumi di un’importante impresa editoriale del 2004 su Arti e storia nel Medioevo:
l’uno sul tema della natura,39 l’altro sul tema storiografico della riscoperta dell’icona
russa.40 Anche se tu stessa hai avuto qualcosa da ridire sui due tuoi volumi (si sa che
gli autori son il piu delle volte insoddisfatti per i tagli subiti dalle necessita editoriali
o per l’insufficiente documentazione fotografica), con essi ai ‘nostri’ studenti hai
normand (Xe-XVe siecles). Actes du Colloque international (Cerisy-la-Salle, octobre 1995), sous
la dir. de M. Dosdat et P. Bouet, Caen 1999, pp. 151-166.
38 Alto Medioevo: i secoli X e XI, Torino 2002; Alto Medioevo: il secolo XII, Torino 2005.
39 Guardare la natura, in Arti e storia nel Medioevo, a cura di E. Castelnuovo e G. Sergi, v. 3: Del
vedere: pubblici, forme e funzioni, Torino 2004, pp. 437-472. Del volume esiste anche un’edizione
in spagnolo: Arte y historia en la Edad Media: Publicos, Formas, Funciones, ed. E. Castelnuovo
et alii, Madrid 2016.
40 La riscoperta delle icone russe e il revival bizantino, in Arti e storia nel Medioevo, a cura di E.
Castelnuovo e G. Sergi, v. 4, Il Medioevo al passato e al presente, Torino 2004, pp. 589-606.
senza dubbio fornito i migliori strumenti per un’ informazione larga e variegata sull’arte
dei secoli altomedievali, includendone non solo i monumenti, ma anche il percorso
storiografico. Ricordo di aver condiviso con te il rimpianto che per ragioni
editoriali (quali esse siano state) sia venuto a mancare proprio il volume dedicato al
tuo secolo ‘forte’, il XIII. Per farci comunque capire bene la sostanza dei tuoi interessi
di studiosa e della tua attenzione ai secoli della prima cristianita e del nostro
medioevo, provvedesti peraltro esemplarmente con il primo dei due tuoi saggi collaterali
del 2004, mettendo limpidamente in luce il concetto o, meglio, i concetti
fondamentali della visione del mondo e del creato in quell’arco cronologico.
A Parma esordisti nel 1999 con un saggio sulla circolazione di modelli tra la Sicilia
e l’Occidente nel XII secolo, che sviluppava le premesse che avevi posto con la conferenza
londinese del 1984;41 l’anno seguente fosti addirittura in grado di presentare
un bestiario inedito, il Bestiaire d’amour di Richard de Fournival, che ti diede l’agio
di delineare l’affascinante tema del delicato erotismo della letteratura cortese, discutendone
radici, parallelismi e sviluppi;42 successivamente, nel 2001, sempre in
tema di Parigi del Duecento, volgesti l’attenzione sul ≪venditore librorum parisiensis
≫ Nicolao Lombardo;43 nel 2002, ubbidendo alla parola-chiave del convegno annuale,
ti indirizzasti ai ≪margini dell’arazzo di Bayeux≫, dove ti interessava ≪la
liberta con la quale i margini e le possibilita simboliche e compositive della narrazione
complementare≫ vi sono esplorate.44 Negli anni seguenti i temi furono i piu
svariati: con la relazione su Ulixes dux del 2003 intendevi iniziare un ≪progetto d’indagine
sull’iconografia e l’iconologia di eroi dell’antichita nell’arte e nell’immaginario
medievale≫, che nel tuo articolo affrontasti con la consueta leggerezza di tocco,
41 Modelli: aspetti, funzioni. Riflessioni sul caso di bestiari miniati e sul problema della circolazione
di modelli tra la Sicilia e l’Occidente nel XII secolo, in Medioevo: i modelli. Atti del convegno internazionale
di studi (Parma, 1999), a cura di A. C. Quintavalle, Milano 2002, pp. 477-496. In
versione russa: Anglija i Sicilija v XII v.: k voprosu o cirkuljacii chudožestvennych modelej, in Dreverusskoe
iskusstvo. Iskusstvo rukopisnoj knigi. Vizantija. Drevnjaja Rus’, SPb. 2004, pp. 149-163.
42 Il Dio d’amore: immagine e racconto nella tradizione iconografica e letteraria, in Medioevo: immagine
e racconto. Atti del Convegno internazionale di studi (Parma, 27-30 settembre 2000), a
cura di A. C. Quintavalle, Milano 2003, pp. 424-432. Xenia sarebbe tornata a presentare questo
manoscritto al XV Colloquio della Societe Internationale Renardienne del 2003: Un nouveau manuscrit
du Bestiaire d’Amours de Richard de Fournival, in Bestiaires medievaux. Nouvelles perspectives
sur les manuscrits et les traditions textuelles, ed. par B. Van den Abeele, Louvain-la-Neuve
2005, pp. 265-281, figg. 61-66. In seguito, anche nelle Melanges Caillet; v. infra e alla nota 66.
43 Artisti “lombardi” a Parigi nel XIII secolo?, in Medioevo: Arte Lombarda. Atti del convegno internazionale
di studi (Parma, 26-29 settembre 2001), a cura di A. C. Quintavalle, Milano 2004,
pp. 628-633.
44 Ideologia dei margini e margini dell’ideologia. Riflessioni sui margini dell’Arazzo di Bayeux e
sui programmi delle zone secondarie nella decorazione dei monumenti medievali, in Medioevo:
immagini e ideologie. Atti del Convegno internazionale di studi (Parma, 23-27 settembre 2002) a
cura di A. C. Quintavalle, Milano 2005, pp. 657-670.
citando sin dalla prima riga Monteverdi, passando poi alla (s)fortuna del protagonista
in Boezio e nelle esegesi medievali, per soffermarti soprattutto sulle scene dell’eroe
nell’Hortus deliciarum;45 nel 2004 dal duce greco ti trasferisti all’eroe cristiano, san
Pietro, indagandone le ragioni della presenza in un contesto di argomentazioni ecclesiologiche
che, pur sempre legate alla Riforma, nascevano da un complesso sviluppo
esegetico del tema della Visione di Jaffa (At 10: 9-16);46 nel 2005 fu la volta
della tua amata Russia, con le ‘porte dorate‘ della cattedrale di Suzdal’;47 nel 2006
ritornasti alla tua Inghilterra, a Exeter e York, per metterne a fuoco i programmi di
facciata;48 nel 2007 introducesti il tema del collezionismo dell’arte medievale europea
da parte della elite russa,49 nel 2008 ti occupasti di una celebre epistola del monaco
Epifanio, coevo di Teofane il Greco la cui descrizione della Santa Sofia
giustinianea te ne diede spunto per la percezione della Costantinopoli giustinianea
nella Russia di fine XIV secolo;50 nel 2009 portasti nuovamente alla ribalta la gloriosa
miniatura parigina e i salteri di lusso miniati per la Sainte-Chapelle di san
45 “Fuit Ulixes dux”, in Medioevo. Il tempo degli antichi. Atti del convegno internazionale di studi
(Parma, 24-28 settembre 2003), a cura di A. C. Quintavalle, Milano 2006, pp. 308-321. Il progetto
sugli eroi dell’antichita avrebbe avuto una seconda tappa nel saggio in onore di Ol’ga Popova
pubblicato nel 2008, per il quale v. qui infra alla nota 63. Purtroppo i curatori delle due recenti
mostre su “Homer” (Mannheim 2008) e su “Ulisse” (Forli 2020) hanno ignorato questa rara e importante
attenzione ‘medievale’ al mito antico.
46 San Pietro e le meraviglie del creato, in Medioevo mediterraneo: l’Occidente, Bisanzio e l’Islam.
Atti del convegno internazionale di Studi (Parma, 21-25 settembre 2004), а cura di A. C. Quintavalle,
Milano 2007, pp. 687-695.
47 Chiesa e palazzo nella Russia medievale: le porte ‘dorate’ della cattedrale di Suzdal’ del XII-XIII
secolo, in Medioevo: la chiesa e il palazzo. Atti del Convegno internazionale di studi (Parma, 20-
24 settembre 2005), a cura di A. C. Quintavalle, Milano 2007, pp. 543-556. Fra la conferenza di
Parma del 2005 e la sua pubblicazione nel 2007 Xenia pubblico nel 2006 un suo scritto di simile
tema nel volume in onore di Aleksej Komeč (v. infra e alla nota 60) e ancora vi sarebbe tornata
nel suo Le “porte d’oro” della cattedrale di Suzdal’: problemi stilistici e iconografici, in Le porte
del Paradiso. Arte e tecnologia bizantina tra Italia e Mediterraneo, а cura di A. Iacobini, Roma
2009, pp. 491-506.
48 Programmi della decorazione delle facciate delle cattedrali inglesi: da York a Exeter. Problemi
della decorazione scultorea inglese tra il XII e il XIV secolo, in Medioevo: l’Europa delle cattedrali.
Atti del convegno internazionale di studi (Parma, 19-23 settembre 2006), a cura di A. C.
Quintavalle, Milano 2007, pp. 287-300.
49 Per la storia dell’arte medievale in Russia. Gli inizi; collezionisti, amatori, scrittori, eruditi, editori,
primi storici d’arte, in Medioevo: arte e storia. Atti del convegno internazionale di studi
(Parma, 18-22 settembre 2007), a cura di A. C. Quintavalle, Milano 2008, pp. 120-130.
50 Immagine del tempio di Santa Sofia a Costantinopoli nell’epistola di Epifanio il Saggio e l’arte
medievale della memoria, in Medioevo. Immagine e memoria. Atti del Convegno internazionale di
studi (Parma, 24-28 settembre 2008), a cura di A. C. Quintavalle. Milano 2009, pp. 489-494. In
versione russa: Obraz chrama Svjatoj Sofii Konstantinopol’skoj v poslanii Epifana Premudrogo i
srednevekovoe iskusstvo, in Vizantijskij mir: iskusstvo Konstantinopolja i nacional’nye tradicii. K
2000-letiju christianstva. Pamjati Ol’gi Il’iničny Podobedovoj (1912-1999), М. 2005, pp. 431-442.
Luigi,51 nel 2010 l’interferenza franco-iberica dovuta alla committenza dei conti di
Champagne quali re di Navarra nel XIII secolo.52 Chi di noi fu presente se non a
tutti almeno a quasi tutti i convegni, non poteva non ammirare questa tua ‘mobilita’
di scelte tematiche che, pur con qualche inevitabile ripetizione, palesava un’ampiezza
di interessi, una tensione all’approfondimento della temperie intellettuale
della committenza e dell’artista in tutta la sua ampiezza.
Apro qui una parentesi personale perche, avendo citato Suzdal’ e Vladimir, non
posso non ricordare quanto fosti felice, a conclusione di un convegno cui partecipammo
nel 2000 a Mosca, di accompagnarmi a vedere le loro splendide cattedrali.
Presente anch’io quasi sempre a Parma, nel 2008 non ci potei essere per un
altro impegno e anche per l’imminente convegno sull’VIII secolo che organizzai
a Cividale del Friuli, nell’ambito del progetto UNESCO sull’“Italia Langobardorum”.
Ma tu potesti essere presente in ambedue, a Cividale trattando, su mia
precisa richiesta, la questione relativa alle origini dell’iniziale zoomorfa.53 Nel
triennio 2008-2010 partecipasti ai convegni di Rijeka (Fiume) organizzati da
Marina Vicelja: la prima volta offrendo una sintesi esemplare delle tue conoscenze
sui bestiari: dal loro rapporto con i piu antichi manoscritti del Physiologus
di Berna e Bruxelles, alle diverse valenze simboliche delle bestie; la seconda
volta, nel 2009, tornando a discutere la committenza francescana dei bestiari,
con particolare attenzione al manoscritto 22 della Chapter Library di Westminster
Abbey, probabilmente confezionato a York, mettendo soprattutto in luce
quanta importanza dai Francescani fosse data all’insegnamento morale dei bestiari;
54 la terza, infine, nel 2010, sottolineando la peculiare messinscena di un’illustre
defunta, la celebre regina Eleonora di Aquitania, la cui effige tombale di
Fontevraud la vede impegnata nella lettura di un libro aperto dalle sue mani –
una scelta d’immagine che ne in Francia ne in Inghilterra sembra aver trovato il
seguito che da un tale illustre prototipo ci si sarebbe potuti aspettare, venendo
ripreso (secondo quanto ne scrivesti) solo nel XIV secolo da altre due tombe e
51 Officina di miniatori della “Capella Regis” all’epoca di san Luigi, in Medioevo: le officine. Atti
del Convegno internazionale di studi (Parma, 22-27 settembre 2009), a cura di A. C. Quintavalle,
Milano 2010, pp. 511-516.
52 Committenza e araldica: le prime testimonianze della presenza storica e della committenza artistica
dei conti di Champagne quali re di Navarra nel XIII secolo, in Medioevo: i committenti. Atti
del Convegno internazionale di studi (Parma, 21-26 settembre 2010), a cura di A. C. Quintavalle,
Milano 2011, pp. 575-577.
53 Alle origini dell’iniziale zoomorfa, in L’VIII secolo: un secolo inquieto. Atti del convegno internazionale
di studi (Cividale del Friuli, 4-7 dicembre 2008), a cura di V. Pace, Cividale del Friuli
2010, pp. 305-312.
54 The Illuminated Bestiaries in the English Franciscan Culture, ≪Ikon≫, 3 (2010): Franciscan
Iconography, pp. 179-187.
ben piu tarde, a Lisbona.55 In quel triennio un altro convegno cui partecipasti,
nel 2009, fu quello di Losanna sulla “Russie et l’Occident” nel quale per la prima
volta sulla scena accademica ‘occidentale’ rivolgesti un’attenzione mirata al tuo
prozio, Pavel Muratov, cui avresti poi dedicato tutte le tue energie nel decennio
successivo.56
Si trattasse di bestiari, o di altre tipologie di codici, le pubblicazioni in onore di
tanti tuoi cari amici e colleghi ti fornirono nel contempo gradite occasioni di scrivere
saggi su diversi argomenti, rivisitati con diverse prospettive oppure del tutto nuovi:
nel 2000, in memoria di Andrew Martindale, ponesti nel giusto rilievo una vicenda
poco nota di gusto rinascimentale italiano per la tomba del vescovo inglese di Dol,
sepolto nella cattedrale ‘gotica’ della cittadina brettone;57 nel 2001, per i 65 anni di
Joaquim Yarza – con cui, insieme con la moglie Francesca Espanol e altri cari amici,
avevamo trascorso insieme belle giornate al congresso CIHA di Amsterdam nel 1996
–, discutesti l’utilizzazione delle Bibbie miniate come fonti iconografiche per scritti
profani;58 nel 2004, per il compimento dei 60 anni di Cornelius Claussen, volgesti
l’attenzione sulle tre scene narrative dell’episodio di Ulisse e le sirene nell’Hortus
deliciarum di Herrade di Hohenburg;59 nel 2006 ad Aleksej Komeč, professore di
Storia dell’architettura all’Istituto moscovita di Storia dell’arte e amico dai tuoi anni
di studio, dedicasti uno scritto sulle tue amate ‘porte dorate’ di Suzdal’;60 nel 2007,
per Francois Avril, a lungo presenza indispensabile e insostituibile nella consultazione
dei manoscritti latini della BNF di Parigi, trattasti dei fondi ornamentali
nella miniatura del XIII secolo;61 nello stesso anno, per Arturo Carlo Quintavalle,
55 La morte e il libro, ≪Ikon≫, 4 (2011): Iconography of Death, pp. 143-150.
56 Pavel Muratov historien d’art en Occident, in La Russie et l’Occident: Relations intellectuelles
et artistiques au temps des révolutions russes. Actes du colloque (Universite de Lausanne, 20-21
mars 2009), sous la dir. de I. Foletti, Roma 2010, pp. 65-95.
57 The Tomb of Bishop Thomas James in the Cathedral of Dol: A Monument of the Early Italian
Renaissance in Gothic Brittany, in England and the Continent in the Middle Ages. Studies in memory
of Andrew Martindale, ed. by J. Mitchell, Stamford 2000, pp. 349-364 (with M. Moran).
58 Un episode de la pratique de travail des enlumineurs au XIIIe siecle: l’ utilisation des motifs bibliques
pour illustrer les ecrits profanes, in Imagenes y promotores en el arte medieval. Miscelanea en homenaje
a Joaquin Yarza Luaces, ed. par L. Melero Moneo, Bellaterra (Barcelona) 2001, pp. 545-554.
59 Le sirene di Herrada di Hohenburg, in Opus Tessellatum: Modi und Grenzgange der Kunstwissenschaft:
Festschrift fur Peter Cornelius Claussen, hrsg. von K. Corsepius und D. Mondini, Hildesheim
2004, pp. 385-398.
60 “Adam naricaet imena zverem”: k voprosu ob ikonografii južnych Zolotych vrat suzal’skogo sobora
[“Adamo da il nome agli animali”: sul problema dell’iconografia delle porte d’oro meridionali
della cattedrale di Suzdal’], in ƩOФIA. Sbornik naučnych statej po iskusstvu Vizantii i Drevnej
Rusi v čest’ A. I. Komeča, pod red. A. L. Batalova i dr., M. 2006, pp. 573-588.
61 L’ambiguite des fonds et les caprices des rinceaux. Remarques sur les fonds ornementaux dans
l’enluminure du XIIIe siecle, in Quand la peinture etait dans les livres. Melanges en l’honneur de
Francois Avril, sous la dir. de M. Hofmann, C. Zohl, Turnhout 2007, pp. 235-246.
ti interessasti dell’attenzione al bestiario medievale da parte degli eruditi del XIX
secolo;62 nel 2008 per la tua carissima compagna di studi Ol’ga Popova, riprendesti
il filo del progetto iniziato con la figura di Ulisse, esplicitamente qualificando il tuo
saggio, intitolato al “Dux troianus” come un contributo per una storia dell’iconografia
degli eroi antichi nell’arte medievale dell’Occidente;63 nel 2012, per Giordana
Mariani Canova rivisitasti e approfondisti il tema a te caro della Vocatio animalium,
adesso incentrandolo sull’allegoria della ‘lingua’ con cui si era espresso il nostro
progenitore Adamo;64 nello stesso anno al tuo collega di Rennes, Xavier Barral i
Altet, dedicasti un pamphlet sulle distorsioni interpretative della storia medievale
causate da un’esposizione nel solco del gia allora emergente fenomeno di quelle che
tu chiamasti ≪expositions champignons≫;65 nel 2013 per Jean-Pierre Caillet, che terminava
il suo insegnamento nella Nanterre dove avevi iniziato la tua vita accademica
una trentina di anni prima, coinvolgesti il lettore nella tua curiosita di sapere quali
testi possedesse nella sua biblioteca quel Richard de Fournival del cui Bestiaire
d’Amour ti eri gia occupata e preparavi il commento al Facsimile.66
Nel contempo, non mancasti l’occasione di partecipare a un paio di volumi miscellanei:
l’uno originato da un convegno del 2007 all’universita di Aix-en-Provence
sul tema degli uccelli, l’altro per una pubblicazione dell’Universita di Rennes su
corna e piume nella letteratura medioevale.67
62 Il bestiario medievale nel pensiero degli eruditi del XIX secolo: verso la nuova iconologia dell’arte
medievale; riflessioni sulla storicita dell’immagine, in Immagine e ideologia. Studi in onore di A.
C. Quintavalle, a cura di A. Calzona, R. Campari, e M. Mussini, Milano 2007, pp. 577-582.
63 “Dux Troianus” – vizantijskij svjatoj? K istorii ikonografii antičnych geroev v iskusstve srednevekovogo
Zapada [Il “Dux Troianus” e un santo bizantino? Per una storia dell’iconografia degli
eroi antichi nell’arte dell’Occidente medievale], in Obraz Vizantii: sbornik statej v čest’ O. S. Popovoj,
M. 2008, pp. 299-318.
64 Per la raffigurazione della ‘lingua adamica’: storia di un malinteso iconografico, in Miniatura.
Lo sguardo e la parola. Studi in onore di Giordana Mariani Canova, a cura di F. Toniolo e G. Toscano,
Milano 2012, pp. 61-68.
65 Et si l’on parlait a nouveau des expositions d’art medieval? in Le plaisir de l’art du Moyen Age:
commande, production et reception de l’oeuvre d’art. Melanges en hommage a Xavier Barral i
Altet, Paris 2012, pp. 1082-1086.
66 Quels manuscrits enlumines de “L’Histoire de Troie” connaissait Richard de Fournival?, in “Ars
auro gemmisque prior”. Melanges en hommage а Jean-Pierre Caillet, sous la dir. de C. Blondeau
et aliae, Turnhout 2013, pp. 407-412. Il testo di commento al facsimile, a lungo atteso, non sara
pubblicato perche, da quanto mi e stato riferito dalla libreria antiquaria proprietaria del manoscritto
(“Antiquariat Herbert Tenscher”) il dattiloscritto non e stato mai consegnato. Poiche ancora vi lavorava,
come mi e stato detto da Giusi Zanichelli che con lei ne aveva discusso poco prima della
morte alcune questioni, resta solo la speranza di ritrovarne almeno una sostanziale stesura fra le
carte da lei lasciate nella sua abitazione di Parigi, ancora inaccessibile per decisione del notaio
presso cui e depositato il testamento.
67 Les oiseaux dans l’enluminure medievale, in Deduits d’oiseaux au Moyen Age. Colloque international
a l’Universite de Provence, 22-24 mars 2007, sous la dir. de Ch. Connochie-Bourgne, Aix
Alla prevalenza dei tuoi scritti sui bestiari, sui manoscritti miniati e sull’arte romanica
o gotica, negli ultimi due decenni venne acquistando per te una sempre maggiore
attenzione la vicenda della storiografia artistica e del collezionismo nella
Russia fra ’800 e ’900, un tema che di certo avevi sempre avuto nel cuore, proprio
perche inerente alla tua terra e, ancor piu, alla tua famiglia. Nel 2004 il progetto editoriale
dell’Einaudi te ne aveva offerto il primo spunto invitandoti a discuterne le
vicende sul doppio binario della riscoperta delle icone sia nelle descrizioni dei viaggi,
che negli scritti;68 nel 2006, per il convegno sul ruolo di Adolfo Venturi nella storia
dell’arte italiana, fosti invitata a tracciarne uno sguardo indirizzato in parallelo sugli
studiosi in Russia;69 nel 2007 scegliesti tu stessa il versante del collezionismo, dominato
dalla straordinaria figura di Aleksandr Bazilevskij.70 Fu tra il 2008 e il 2009
che iniziasti sistematicamente a occuparti del tuo prozio Pavel Muratov. Importante
e in merito soprattutto il saggio per gli atti del convegno di Losanna che ho gia ricordato,
in un libro dal sottotitolo significativamente indirizzato alle relazioni intellettuali
e artistiche al tempo della rivoluzione russa.71 Nel 2011 pubblicasti poi un
saggio a tutto campo sulle vicende delle due storiografie parallele interessate alla
pittura italiana (anche oltre l’arco cronologico sottinteso dal titolo), vista con le sue
inerenze e interferenze bizantine, dove Muratov ha un posto d’onore, ma non manca
nemmeno l’attenzione fino ai piu recenti attori delle due scene accademiche.72
Ma fu soprattutto un altro interesse, che da allora inizio a occuparti sempre di piu:
la volonta di celebrare e far conoscere alla cultura italiana le vicende e gli scritti di
questo studioso russo che tanto aveva amato l’Italia, scrivendo libri sui suoi paesaggi
e i suoi artisti mai pubblicati in traduzione italiana. Per questa ragione nel 2012 fondasti
la “Libera associazione Paolo Muratov” nella quale volesti avere come cofondatori
Rita Giuliani, Georges de Canino e me stesso. Innumerevoli furono i tuoi
tentativi di pubblicare in versione italiana Immagini dell’Italia, poi edito da Adelphi
nella collana “Biblioteca”. Difficile capire quali ragioni spinsero la casa editrice a
non considerare l’offerta di collaborazione avanzata da te, studiosa competente e
en-Provence 2009, pp. 217-222 (online: https://books.openedition.org/pup/4288?lang=it); Les animaux
a cornes dans les manuscrits des bestiaires: tradition antique et interpretations medievales,
in Cornes et plumes dans la litterature medievale: Attributs, signes et emblemes, sous la dir. de F.
Pomel, Rennes 2010, pp. 133-165.
68 La riscoperta delle icone russe e il revival bizantino cit.
69 Adolfo Venturi e la Storia dell’arte in Russia, in Adolfo Venturi e la storia dell’arte oggi. Atti del
Convegno (Roma, 25-28 ottobre 2006), a cura di M. D’Onofrio, Roma 2008, pp. 193-208.
70 Per la storia dell’arte medievale in Russia cit.
71 Pavel Muratov historien d’art en Occident cit.
72 Il due-trecento in Italia e nella critica d’arte russa e italiana: tendenze, influenze, destini, in In
Christo – Vo Christe. Uno scambio di capolavori dell’arte e della fede fra Russia e Italia, Roma
2011, pp. 109-150.
specialista della materia, oltre che unica custode delle memorie familiari. Generosa
come sempre, fosti prodiga di consigli col traduttore e con la curatrice. Per ironia
del destino, il primo volume e apparso proprio la settimana successiva alla tua
morte.73
Di quanto hai scritto e delle manifestazioni cui hai dato vita per questo progetto
la bibliografia acclusa in questo libro rende pieno conto, per cui mi limito qui a ricordare
soltanto i titoli dei tuoi due scritti pubblicati in sedi accademiche italiane
con i quali onorasti la memoria del tuo avo.74 A riflesso del tuo interesse per Pavel
Muratov il tuo interesse di studiosa e il legame sempre vivo con la tua Russia ti porto
anche ad altre imprese, come le due mostre della collezione Khatsenkov, a Bordighera
e a Monaco.75
Tante volte, Xenia, sei venuta a Roma. Gli ultimi anni volevi venire ad abitarci e
ti faceva piacere essere ospitata nel mio studio (dove avevi posto anche la sede della
tua associazione) ed insieme cercammo anche quali fossero le migliori offerte, non
semplici da trovare, perche ti sarebbe piaciuto un appartamento in una zona del centro
storico, vicino a quella via del Babuino dove Muratov aveva abitato, in questa
citta che tu amavi quanto lui aveva amato. Cercavi un appartamento che fosse spazioso
non solo per le tue esigenze (non poche visti i mobili, gli arredi, i libri anche
preziosi che avevi assiepato a Parigi in rue Vital) ma anche atto a svolgere in qualche
modo una funzione di rappresentanza per la fondazione in onore del tuo avo che
avevi in animo di costituire. Eri stata li li per deciderti ad accettare una sistemazione
almeno provvisoria che tuttavia ti permettesse di vivere confortevolmente in questa
citta, quando all’ultimo momento ci rinunciasti e chi sa che non sia stata proprio la
consapevolezza della tua malattia che ti rese esitante a decidere di firmare un contratto
nel febbraio del 2019. Non venisti nemmeno tu stessa, benche mi avessi preannunciato
una tua visita. Quando nel settembre del 2017 eri giunta a Roma, in treno,
con un enorme valigione che conteneva il materiale per la mostra che intendevi allestire
a Napoli durante le giornate ‘muratoviane’ e quando poi, al ritorno, eri stata
73 P. Muratov, Immagini dell’Italia, v. 1, trad. di A. Romano, a cura di R. Giuliani, con un saggio di
K. Petrowskaja, Milano 2019.
74 “Anima naturaliter christiana”: la transizione dal mondo antico al Medioevo cristiano a Roma
negli scritti di Pavel Muratov, in L’officina dello sguardo. Scritti in onore di Maria Andaloro, a
cura di G. Bordi et aliae, Roma 2014, v. 1, pp. 225-228; “Un tale amore per il marmo”: impressioni
dell’opera dei Cosmati a Roma negli scritti di Pavel Muratov, in Il potere dell’arte nel Medioevo.
Studi in onore di Mario D’Onofrio, a cura di M. Gianandrea, F. Gangemi e C. Costantini,
Roma 2014, pp. 913-918.
75 Venere Russa: fascino femminile nell’arte russa del Novecento. Collezione Tat’jana e Georgij
Khatsenkov = Russkaja Venera. Ženskie obrazy v russkom iskusstve XX veka. Kollekcija Tat’jany
i Georgija Chacenkovych, Cinisello Balsamo 2014; La Russie inconnue. Art russe de la premiere
moitie du XXe siecle: Paris – Monaco – Riviera. Chefs-d’oeuvre de la collection Tatiana et Georges
Khatsenkov, pref. de J. Warnod, Cinisello Balsamo 2015.
ancora una volta mia ospite, non avrei immaginato che sarebbe stata l’ultima volta
che ti avrei visto.(Tav. 25)
Vorrei adesso chiudere questa lettera con le stesse parole che mi dedicasti in un librino
d’occasione a ricordo di un premio che avevo ricevuto. Meglio di tante altre
esse profilano, insieme con l’affetto reciproco di oltre quarant’anni di giornate, di
convegni, di viaggi, la tua personalita: ≪per noi due la storia dell’arte medievale costituisce
una vera patria, l’ambito e la meta della nostra vita, e […] questo amore
comune per la nostra bellissima professione, per il nostro mestiere, che ci ha riunito
per sempre, rimane per noi due infinitamente piu forte di tutte le ambizioni di carattere
ufficiale e corporativo≫.
Addio, Xenia.

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